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Storia Birraria

Le Birre

Dove e come effettivamente sia nata la birra nessuno lo sa con precisione, anche se moltissime sono le testimonianze storiche pervenute sino a noi, ed immensa sia stata la diffusione di questa bevanda nelle varie civiltà.
Quello che è certo, è che la birra non è nata da un esperimento fatto di proposito, ma da una pura casualità.
Varie sono le ipotesi a riguardo: c’è chi sostiene che la birra sia stata scoperta casualmente quando alcune donne, avendo lasciato per qualche tempo dell’orzo ancora umido in un contenitore, avevano trovato al suo posto una bevanda che si mostrava non tossica e apprezzabile al palato.
Cosi com’è quasi sconosciuta la modalità con cui è stata scoperta, non si conosce precisamente il luogo dove inizialmente la birra si è diffusa e la sua produzione “casalinga”.
Possiamo però fare delle supposizioni basandoci sul suo ingrediente principale, l’Orzo
.
L’Orzo, infatti, secondo la tradizione, fu il primo cereale coltivato dall’uomo, e sapendo che la coltivazione fu l’evento che segnò il passaggio dall’uomo nomade alla civiltà antica, le prime civiltà che produssero la birra furono quelle sorte sulla “mezzaluna fertile”, ossia i popoli mesopotamici, Sumeri e Babilonesi.
A queste seguirono le altre civiltà, quelle più prossime degli Egizi, ecc…

Per queste popolazioni la birra ha avuto un ruolo fondamentale, soprattutto perché ebbe grande importanza come mezzo di retribuzione delle varie caste sociali (Sumeri), ma anche perché nei periodi di carestia o d’indisponibilità di altri alimenti era usato come alimento (Egizi), tanto da meritare l’appellativo di “pane liquido”.
Nella cultura Egizia la birra veniva usata insieme a miele e farina d’orzo, come cibo per lo svezzamento, quando la madre non aveva abbastanza latte per sfamare i propri bambini.
La birra ebbe grande importanza anche dal punto di vista religioso, entrando a far parte delle cerimonie propiziatorie e di culto degli dei e nei rispettivi sacrifici.
Già nelle prime fasi la birra si distinse in più tipologie, secondo il cereale utilizzato nella produzione (orzo, spelta, ecc..), ma anche secondo la qualità e del colore, e gli Egizi furono i primi a far della produzione della birra un’arte, una vera e propria “produzione industriale a livello statale dell’antichità”.
Anche nella cultura ebraica la birra ebbe grande importanza come bevanda, e successivamente nella cultura ellenica.
In quest’ultimo caso la birra non era prodotta nel paese, essendo i greci estimatori del vino, ma importata dai paesi limitrofi quando per varie ragioni il consumo del vino non era permesso.
Per quanto riguarda l’Italia, il paese del vino per eccellenza, la birra ebbe grande successo tra la popolazione, anche se ebbe sostenitori anche tra i capi militari e politici romani che avevano potuto apprezzare la birra durante le loro campagne militari in Egitto e negli altri paesi dove invece la birra era amata.
Risaputi apprezzatori della birra furono i popoli d’oltralpe, i così chiamati “barbari” dai Romani.
Questi si erano fatti conoscere proprio come grandi trangugiatori di birra, e gli autori latini ne hanno lasciato numerose testimonianze nelle proprie opere, da Plinio a Catone, da Petronio a Tacito.
Con i Barbari, l’uso della birra si diffuse anche più a nord, nella Britannia e nell’Irlanda, paesi che oggi sono definiti i cultori della birra per eccellenza.
Se il Medioevo è stato per la storia un periodo buio, non si può dire altrettanto per la birra. In questo periodo la qualità della birra prodotta migliorò notevolmente grazie anche a particolari accorgimenti utilizzati, come per esempio l’uso del paiolo in rame e l’utilizzo del luppolo come aromatizzante e conservante.
La produzione della birra medioevale è gelosamente custodita all’interno dei monasteri, dove i monaci riuscirono a perfezionarne le tecniche e a migliorare la qualità della birra prodotta.
Ogni monastero aveva una propria regola per ciò che riguardava il consumo personale di birra, di cui era permesso berne giornalmente quantità enormi, a patto che si trattasse della birra meno pregiata, quella ottenuta dalle trebbie, la “seconda”.
Durante questo periodo la birra conobbe vari prodotti utilizzati come aromatizzanti: erbe, resine, ecc.., fin quando l’utilizzo degli aromi non fu disciplinato da Guglielmo IV di Baviera, il quale, con il famoso “Editto della Purezza”, il “Reinhetsgebot”, stabilì che i quattro elementi fondamentali per la produzione della birra dovevano essere esclusivamente malto d’orzo, acqua e luppolo.
Tutto ciò per mantenere la genuinità della birra ed evitare le frodi dei produttori, riservando pesanti sanzioni a chi non rispettasse tale norma.
Il consumo della birra venne aumentando nel corso del tempo fino al Cinquecento, quando guerre e rivoluzioni portarono gravi problemi e soprattutto…tasse!
Le cose cominciarono a migliorare quando la tecnologia fu in grado di abbassare i costi di produzione, consentendo ad un più vasto numero di persone di consumare la birra.
In Inghilterra, proprio a causa delle tasse, il popolo comune poteva permettersi la birra “importante” solo nelle grandi occasioni, riservando per tutti i giorni la birra “leggera” ottenuta dalle trebbie della prima birra.
La birra inglese era chiamata “Ale” e divenne ben presto bevanda nazionale.
L’uso del luppolo giunse in Inghilterra più tardi e il nome della birra continuò al essere lo stesso, sebbene negli altri paesi la birra amaricata fosse chiamata “Beer”.
Per quanto riguarda le tipologie di birra, si trattò sempre di birre ad alta fermentazione fino a quando non furono compiute le scoperte sui lieviti, i microrganismi responsabili delle fermentazioni, rendendo possibile l’uso della bassa fermentazione, metodo da allora utilizzato per le birre non tradizionali, ed utilizzato ancora oggi.
La scoperta dei lieviti e soprattutto del “Saccharomyces carlsbergensis” consentì di selezionare direttamente l’agente responsabile della fermentazione, riuscendo così a migliorare il prodotto finale, la Birra.

 
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